Ogni persona ha un proprio tono dell'umore che tende a manifestare con maggiore frequenza. Questo può essere considerato come caratteristico dell’individuo, quale abitudine caratteriale e come parte del temperamento della persona.
Con disturbi dell’umore si intendono quelle situazioni che consistono in alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo, che siano di entità tale da causare alla persona problemi o disfunzioni persistenti o ripetute.
Continua [+]Esistono 4 criteri fondamentali che sono indicatori di alterazione patologica del tono dell’umore:
- Inadeguatezza della reazione affettiva agli eventi (ridere ad un funerale);
- Alterazione affettiva;
- Qualità dell’umore (a volte la persona non si sente triste, ma si sente diversa, come se avesse interrotto il suo continuum esistenziale);
- Compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.
Esistono alcuni
campanelli d’allarme:
- se non affrontiamo la giornata come prima;
- se ci sentiamo svogliati e demotivati;
- se il sonno non è più riposante e continuo;
- se i ricordi ci deprimono;
- se perdiamo il desiderio sessuale;
- se respingiamo le occasioni di socializzazione;
Di seguito i disturbi dell’umore più diffusi:
- Disturbo depressivo. S’ intende uno stato emotivo triste protratto per alcune settimane; la persona ha sempre voglia di piangere ed è pervasa da un senso di malinconia generale che si manifesta con un continuo ricordo del passato.
- Disturbo distimico. E’ un disturbo dell’umore cronico (da almeno due anni). Chi ne soffre ha difficoltà ad affrontare la giornata, ha pensieri negativi e ha la latente sensazione di non potercela fare.
- Disturbo bipolare. E’ caratterizzato da un’alternanza di euforia e depressione (cinque o sei mesi). I momenti di tristezza si alternano a stati in cui si ha la sensazione di riuscire a fare tutto.
- Disturbo ciclotimico. E’ una forma più lieve del bipolare; si caratterizza per l’alternanza di fasi di euforia e depressione, ma prevale la fase euforica, che può causare problemi di carattere relazionale.